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Carolin Fourest : il dialogo va bene ma per dire cosa?

di Stefano Montefiori

Carolin Fourest, saggista e documentarista francese, si interessa da tempo alla Turchia e alla questione curda. Sta per cominciare le riprese di Red Snake, il suo primo lungometraggio di fiction, una co-produzione franco-italiana sulle combattenti curde con Jasmine Trinca e Golshifteh Farahani.

Come affrontare Erdogan? il “dialogo esigente” teorizzato dal presidente francese Macron secondo lei è il modo giusto?
“Onestamente anche Macron, che aveva debuttato benissimo sula scena internazionale, si dimostra troppo debole sul dossier turco, non è all’altezza della situazione. La Turchia sta massacrando i combattenti curdi che ci hanno permesso di sconfiggere l’Isis. Quello che sta succedendo a Afrin, nel Nord della Siria, è una vergogna. I soldati turchi invocano il califfato prima di tagliare i seni delle soldatesse curde catturate vive, come è successo a Barin Kobane, una donna di 23 anni. Le immagini dei civili bombardati dovrebbero indurci a un altro tono nei confronti di Erdogan”.

Quando Macron ha ricevuto Erdogan all’Eliseo gli ha ricordato a lungo le violazioni dei diritti dell’uomo.
“Sì ma poi sul massacro dei curdi ad Afrin Macron non ha pronunciato le parole giuste. La nostra bussola è piuttosto la Germania, la cancelliera Merkel ha verso Erdogan un atteggiamento molto più duro, l’unico degno in questo momento”.

Pensa che Erdogan non andrebbe incontrato?
“Il dialogo va bene, ma bisogna vedere per dire cosa. Erdogan commette atti di ingerenza grazie alle sue reti di fanatici e perseguita i suoi oppositori nel cuore dell’Europa. Nel Nord della Siria c’è stato un trasferimento dei poteri dell’Isis ai soldati turchi, Dabiq è passata dagli uni agli altri senza bisogno di combattere. Erdogan si pone come leader dell’Islam politico”.

Su Corriere della Sera si può leggere l’intervista integrale, in edicola oggi 04 Febbraio 2018.