L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta cercando di rafforzare la propria presenza militare al confine siriano-iracheno per una serie di ragioni.
Questo è quanto emerso da due incontri separati tenuti da Trump con i suoi omologhi iracheno e della regione del Kurdistan, rispettivamente Barham Salih e Nechirvan Barzani, svoltisi a margine del World Economic Forum di Davos, il 22 gennaio. In entrambe le occasioni, il capo della Casa Bianca ed i suoi interlocutori hanno rivolto lo sguardo alla presenza statunitense in Iraq, alla luce delle crescenti minacce e tensioni e del continuo rifiuto delle truppe statunitensi da parte della popolazione irachena.
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Da un lato, il presidente iracheno ha sottolineato la necessità di intensificare gli sforzi internazionali per riportare sicurezza e stabilità sia nel Paese sia nella regione, e, in tale quadro, Salih ha espresso il desiderio di stabilire relazioni equilibrate con i suoi alleati. Il fine ultimo dell’Iraq, ha affermato il presidente iracheno, è accrescere la sovranità del Paese, di favorirne lo sviluppo e la ricostruzione, senza consentire ad attori esterni di trasformare lo stato in un’area per conflitti e per “regolare i conti”. Dall’altro lato, Trump ha sottolineato la cooperazione in materia economica e di sicurezza in Iraq e la partnership con il Kurdistan nella lotta contro l’ISIS. Si tratta, a detta del capo della Casa Bianca, di una relazione ancora vigente e stabile.
In tale quadro, funzionari occidentali hanno rivelato che Washington ha presentato una proposta composta da dieci punti per far fronte alle richieste dei politici iracheni in merito al ritiro delle forze statunitensi. Il primo punto è in linea con la dichiarazione dell’inviato speciale di Trump per la coalizione anti-ISIS, James Jeffrey, secondo cui qualsiasi discorso relativo alla presenza statunitense in Iraq deve tener conto dell’ampio spettro di aspetti riguardanti il legame Washington- Baghdad, che supera dati semplicemente militari.
Altre proposte di Trump, secondo quanto rivelato, includono il potenziamento del ruolo della NATO nel quadro della lotta contro l’ISIS. A ciò si lega l’aumento delle basi militari e delle truppe nei territori sotto la presidenza del Kurdistan, una maggiore attenzione verso la base Tanf, situata vicino al confine siriano-iracheno-giordano, e il blocco per Tehran verso la strada Baghdad-Damasco-Beirut. Inoltre, gli USA hanno altresì evidenziato che la presenza della coalizione anti-ISIS nello spazio aereo della Siria Nord-orientale è necessaria per combattere lo Stato Islamico, così da impedire alle forze siriane e ai gruppi iraniani di avanzare verso la base Tanf. Allo stesso tempo, le forze russe rimarrebbero lontane dalla linea che si estende dal Faysh Khabur a Nord di Bukamal, sul fiume Eufrate.