Il 2016 letterario si è sorprendentemente concluso con l’assegnazione del premio Nobel a Bob Dylan. Con una decisione che non ha mancato di suscitare irritazioni e polemiche, l’Accademia di Svezia ha inteso premiare la poesia che si fa canto, che erompe in musica per aprirsi al mondo. Tra parola e musica esiste un rapporto arcaico e necessario, che ha segnato profondamente la storia dell’umanità fin dai suoi primi passi e che si rinnova ogni giorno nella voce dei più ispirati artisti e in quelle anonime che salgono spontanee dalle strade di città e villaggi di tutto il pianeta. Intorno a questo connubio che nei secoli è stato motore di arte colta e popolare, Festivaletteratura, insieme al Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e il Museo Civico di Palazzo Te, ha ideato La parola che canta, un’esplorazione in forma di festa dell’ininterrotto dialogo tra musicisti e poeti, che avrà luogo nelle Villa Gonzaghesca di Palazzo Te. Al suo interno poeti, musicisti, studiosi, artisti di varia esperienza e formazione terranno conversazioni, performance, lezioni, piccoli concerti, letture, improvvisazioni felicemente disperse tra cortili e stanze affrescate.
In Programma:
Choman Hardi con Paola Splendore ed Hevi Dilara
OLTRE IL CONFINE LA PIOGGIA NON CAMBIA
Vivere in esilio, divisi tra culture, patrie e case diverse, è un’esperienza che colpisce profondamente l’animo umano, lasciando talvolta ferite difficili da rimarginare. La vita di Choman Hardi, poetessa nata nel Kurdistan iracheno, è stata un continuo peregrinare, fin dalla più tenera infanzia, quando con la famiglia dovette spostarsi più volte a causa delle persecuzioni del regime di Saddam Hussein contro i curdi, fino ad arrivare – nel 1993 – in Inghilterra, dove conseguì un dottorato specializzandosi sulla condizione psicologica delle donne costrette alle migrazioni forzate. Figlia di un poeta, ha iniziato a scrivere versi all’età di vent’anni, prima in lingua madre e poi in inglese, convinta che l’utilizzo di quest’ultimo le permettesse di mantenere una visione più lucida e distaccata. Delle sue profonde riflessioni su doppia identità e sradicamento, a cavallo tra il reportage e il verso, l’autrice di La crudeltà ci colse di sorpresa parla con Paola Splendore, che ha curato l’edizione italiana della raccolta di poesie. Letture di Hevi Dilara.
Palazzo Te si aprirà a La parola che canta giovedì 7, venerdì 8 e sabato 9 settembre dalle 18.30 alle 23.30 . Biglietto d’ingresso a ogni serata: 15 euro. La prenotazione e la vendita dei biglietti è possibile esclusivamente attraverso la biglietteria di Festivaletteratura. L’ingresso è consentito dalle 18.30 alle 23.00. Il biglietto dà diritto all’accesso libero a tutti gli eventi in programma. L’accesso alle stanze musicali sarà regolato tenendo conto delle capienze consentite per ciascuna sala del palazzo. Il biglietto non comprende le consumazioni al punto di ristoro.