È stata inaugurata il 29 aprile 2024 ad Erbil, presso la Gallery Media Hall, una mostra dedicata alle missioni archeologiche italiane nel Kurdistan iracheno organizzata dal Consolato d’Italia. A tagliare il nastro, insieme al Console Michele Camerota e ai Direttori delle missioni e dei Direttorati delle Antichità del Kurdistan, anche il Ministro del Turismo e delle Municipalità Sasan Awmi, che ha supportato l’evento insieme al Governatore di Erbil Omed Khoshnaw e con la partecipazione di Luca Colliva, direttore di MISAK – Missione Storico Archeologica Italiana nel Kurdistan. Infatti, alla MISAK sono stati dedicati tre pannelli che illustrano le attività della missione nella regione di Garmian.
Per il Console Camerota “le missioni archeologiche italiane rappresentano il migliore esempio della collaborazione culturale e scientifica con la Regione curda e con l’intero Iraq, di cui l’Italia detiene il primato. Il nostro contributo alla valorizzazione e conservazione del patrimonio storico e archeologico è in continua crescita: ad oggi, sono ben 11 le missioni italiane nel solo Kurdistan. Abbiamo perciò voluto celebrare questo impegno con la realizzazione di una mostra fotografica, un catalogo, un seminario e un sito web dedicato (www.archeokri.it). Abbiamo coinvolto le controparti dei Direttorati delle Antichità, nell’intento di favorire oltremodo la sensibilizzazione della popolazione e delle istituzioni locali nella promozione di questo inestimabile patrimonio universale”.
La mostra, che sarà aperta al pubblico dal 2 al 21 maggio e in seguito esposta in altre località della Regione, consiste in 31 pannelli fotografici e ogni immagine racconta una storia unica di questa affascinante parte del mondo, spesso ricordata come “culla di civiltà”. Il Consolato ha inoltre ideato un catalogo, in tre lingue (italiano, inglese e curdo), curato da Serenella Mancini, che raccoglie tutte le immagini e la descrizione dei singoli progetti. L’opera si aggiunge ad un’approfondita pubblicazione promossa lo scorso anno dall’Ambasciata d’Italia a Baghdad in collaborazione con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani.
“Il Sistema Italia – continua il Console Camerota -, forte di una lunga tradizione nel campo della ricerca scientifica, su impulso della Farnesina e della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica, partecipa al successo dell’archeologia italiana nel mondo con le sue varie componenti. Ad esempio, grazie anche a finanziamenti dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, si ricorda la recente inaugurazione, qui in Kurdistan, del Parco Archeologico di Faida e Khinis che, sulle orme di Re Sennacherib, ha ridato luce a rilievi rupestri assiri di immenso valore, riscoperti dal team dell’Università di Udine”.
Negli ultimi due decenni, il Kurdistan iracheno si è iscritto a pieno titolo come nuova frontiera delle ricerche degli studiosi. Questa iniziativa intende testimoniare l’apprezzamento per le attività sul campo degli archeologi italiani che contribuiscono a preservare e valorizzare i lasciti delle diverse ere e civiltà che hanno contraddistinto la Regione e rendono lustro all’Italia, rafforzando i solidi legami di amicizia con il Kurdistan iracheno e con la popolazione a vario titolo coinvolta, anche per affermare il valore della cultura come volano di attrazione turistica.
di aise