Da una leggenda molto antica il Newroz [significa “il nuovo giorno”] è diventato un simbolo di vita: passione, amore, libertà e bellezza. Chiamato anche come Nowruz, Nawruz, Norouz, Nowruzo, Nevruz a seconda della lingua o dell’area geografica. Il 21 marzo è il primo giorno della primavera ma per i popoli della Mesopotamia e dell’Asia Centrale è anche Newroz, la festa del fuoco, la festa della purificazione. È stato ufficialmente registrato nella lista UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità nel 2010.
La storia racconta che Zohak, un feroce tiranno opprimeva e uccideva il suo popolo fino a quando un coraggioso fabbro chiamato Kawa decise di ucciderlo. E quando Kawa sconfisse Zohak accese il fuoco sulle cime delle montagne proclamando la fine dell’ingiustizia, della repressione e dell’oppressione. Per il popolo kurdo in particolare, questo giorno, segna la fine dell’oscurità e la rinascita della luce e della vita. Anche a Roma e nelle altre città italiane la comunità kurda, normalmente, festeggia il Newroz con gli italiani e le altre comunità presenti con tante iniziative ed eventi.
I festeggiamenti nel Kurdistan, Iran, Afghanistan e altri paesi comprendono l’uscita dalle città nella notte del 20 Marzo, per celebrare l’arrivo della primavera, con danze e canzoni popolari, durante la notte vengono accesi fuochi nelle campagne e le feste proseguono fino ad ora tarda. Il 21 Marzo è la festa della natura dove le pianure, le valli e le cime delle montagne si riempiono dell’eco della musica, dei ritmi dei balli e dei colori della primavera. Le donne si vestono tradizionalmente di colori sgargianti, mentre gli uomini sventolano bandiere dipinte di rosso, verde e giallo, i colori del popolo kurdo.
Il Newroz è un giorno di tregua pieno di gioia e felicità che mostra la semplicità della vita e la bellezza della natura. Un giorno che dimostra il desiderio dell’essere umano di pace e serenità. Il Newroz è un giorno che dovrebbe somigliare a tutti gli altri dell’anno.
di Ghiath Rammo